Come creare un sito di successo?

Questo scrivevo nel lontano 2007 🙂

NOTA BENE: nel 2007 Google non interpretava Javascript e altri linguaggi lato client di oggi, ora nel 2019 SI e lo fa già da un certo periodo 🙂

Ricordo i primi test nella comunitĂ  seo di quegli anni per capire se il crawler seguisse i link generati in javascript o no

Approfondimenti attuali sul tema:
https://webmasters.googleblog.com/2015/10/deprecating-our-ajax-crawling-scheme.html

Times have changed. Today, as long as you’re not blocking Googlebot from crawling your JavaScript or CSS files, we are generally able to render and understand your web pages like modern browsers. To reflect this improvement, we recently updated our technical Webmaster Guidelines to recommend against disallowing Googlebot from crawling your site’s CSS or JS files.

I primi 5 punti essenziali per sviluppare un sito di successo

1. Il nome a dominio

Il nome a dominio è uno dei primi punti che decreta il successo o il fallimento di un sito: nomi troppo lunghi o difficili da ricordare sono da evitare, meglio concentrarsi su nomi brevi e che contengano nel nome almeno un accenno all’ attivitĂ  principale del sito. Questo per una duplice ragione: per l’ utente, che ricorderĂ  piĂą facilmente il nome del sito e che giĂ  dal nome potrĂ  capire di cosa tratta il sito; per i motori di ricerca, che ancora danno molta considerazione alle keyword contenute nell’ url del sito.

2. Il server

La scelta del servizio di hosting o di un server dedicato, con ip dedicato, molte volte decreta da solo il successo o il fallimento di un sito: troppo spesso infatti si incorre in un servizio di hosting a basso prezzo, con tempi di risposta lunghi che disturbano i visitatori e che li spingono a spingere il tasto back nel browser, o addirittura si incontrano periodi di down del server in cui il sito non può essere raggiunto, perdendo visitatori, potenziali clienti se si tratta di un’ attivitĂ , e ledendo comunque l’ immagine generale del sito: per non parlare poi se il sito è stato raggiunto da Google, che potrebbe tener conto delle preferenze dell’ utente tra una serp e dei tempi di permanenza nel sito stesso

3. Il linguaggio di sviluppo

Il linguaggio di programmazione con cui si sviluppa un sito internet determina il successo o meno dello stesso sui motori di ricerca: molti webmaster, termine che non ha piĂą molto significato con l’ avvento del nuovo modo di fare web, in cui diverse figure si occupano dello sviluppo di un progetto su internet, si affidano ancora prettamente a linguaggi di sviluppo lato client come javascript per favorire l’ utente in diverse applicazioni che permettano la personalizzazione di diversi strumenti e applicazioni del sito, non considerando che i motori di ricerca difficilmente considerano i linguaggi lato client. Un motore di ricerca legge il codice di una pagina web, codice che viene generato dal server: i linguaggi lato client come javascript sono usati per gestire applicazioni web che vengono interpretate invece dal browser dell’ utente, e perciò non acquisibili dal motore di ricerca. La scelta del linguaggio di sviluppo deve essere fatta ad hoc, sia per le applicazioni lato server, in modo da far indicizzare correttamente i contenuti del sito dai motori di ricerca, sia per le applicazioni lato client intepretate dal browser e che non necessitano dell’ indicizzazione sui motori, come ad esempio la personalizzazione del layout grafico del sito.

4. Il sito 

4.1. UsabilitĂ 

Un sito internet di successo deve essere usabile, user-friendly, in modo da garantire la soddisfazione dell’ utente che vi accede in cerca dell’ informazione desiderata. L’ usabilitĂ , solo recentemente codificata dalla norma ISO 9241 come “il grado in cui un prodotto può essere usato da particolari utenti per raggiungere certi obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d’ uso”, è un concetto molto antecedente: nasce negli anni 60 a seguito del concetto di interazione uomo-artefatto, si sviluppa poi in ambito informatico e soprattutto con l’ avvento di Internet, grazie a Jakob Nielsen e al suo decalogo sull’ usabilitĂ .

4.1. AccessibilitĂ 

L’ accessibilitĂ  è la capacitĂ  di un servizio o di una risorsa d’ essere fruibile con facilitĂ  da un qualsiasi utente. Il termine è comunemente associato alla possibilitĂ  anche per persone con ridotta o impedita capacitĂ  sensoriale, motoria, o psichica, di fruire dei sistemi informatici e delle risorse software a disposizione. In internet tutto ciò si traduce nella facilitĂ  di fruizione da parte di diversi tipi di browser utilizzati per la navigazione in internet, non dimenticandoci di considerare browser datati o browser particolari utilizzati da persone diversamente abili che leggono solamente il testo di una pagina web. Per realizzare un sito accessibile si consiglia di seguire i parametri di sviluppo del W3C, il World Wide Web Consortium, l’ unico organo mondiale su internet che cerca di fissare degli standards di sviluppo per le applicazioni web, e in particolar modo le linee guida per la WAI Accessibility .

4.2 UtilitĂ 

Un sito internet, per avere successo e non rimanere nel limbo dei centinaia di milioni di siti anonimi, deve essere utile, deve cioè fornire informazioni e servizi utili al navigatore. Un sito utile, nel suo settore di appartenenza, deve essere utile per gli utenti, che decretano il successo o il fallimento del sito stesso, i quali, se soddisfatti, promuoveranno in maniera gratuita il sito stesso parlandone con amici e conoscenti. Un sito utile verrĂ  facilmente linkato spontaneamente da altri siti a tema dello stesso, aumentandone così sia la popolaritĂ  su internet che le visite e il traffico generato dal sito.

5. La struttura

Con il termine struttura di un sito web si intende sia l’ organizzazione tassonomica dello stesso che l’ organizzazione delle diverse aree di una singola pagina web.

5.1 La tassonomia

Il termine Tassonomia si riferisce alla classificazione gerarchica di argomenti e concetti. Qualsiasi concetto può essere classificato attraverso schema tassonomico: un organizzazione gerarchica per categorie del concetto stesso. Da wikipedia:

“Secondo la matematica una tassonomia è una struttura ad albero di istanze (o categorie) appartenenti ad un dato gruppo di concetti. A capo della struttura c’ è un’ istanza singola, il nodo radice, le cui proprietà si applicano a tutte le altre istanze della gerarchia (sotto-categorie). I nodi sottostanti a questa radice costituiscono categorie più specifiche le cui proprietà caratterizzano il sotto-gruppo del totale degli oggetti classificati nell’ intera tassonomia.”

Attraverso il corretto sviluppo della tassonomia, organizzando il sito in macro – categorie, categorie e sotto categorie, si persegue il duplice scopo di realizzare un sito facilmente navigabile, rispettando quindi uno dei criteri dell’ usabilitĂ , secondo i classici criteri di sviluppo e navigazione ad albero o a rete, sia maggiormente digeribile e classificabile dai motori di ricerca, che riescono a interpretare, tramite l’ utilizzo di diversi algoritmi, il tema sviluppato da una singola pagina web.

5.2 Le aree di una pagina

All’ interno della struttura di un sito internet, e piĂą in particolare di una pagina web, è molto importante riuscire a disegnare e ottimizzare le diverse aree che compongono la pagina web, non solo pensando ai motori di ricerca, ma soprattuto all’ utente che si trova a navigare e a leggere i contenuti. Scrivere per il web è sostanzialmente diverso che scrivere nel modo tradizionale: la lettura a video, infatti, risulta molto piĂą fastidiosa che la lattura su formato cartaceo. Questo porta l’ utente a scorrere velocemente i contenuti della pagina, soffermandosi sulle parole chiavi e sulle frasi che piĂą lo colpiscono e lo interessano. Per questo diventa fondamentale non solo ottimizzare le aree di una pagina web ma riuscire a scrivere testi leggibili, con la corretta formattazione: quante volte vi siete imbattuti nei cosiddetti “muri di testo” e avete rinunciato alla lettura del contenuto?